Il Giullare senza Re – Sketch satirici (libricino di circa 120 pagine in formato tascabile)

B. Sascha Horowitz
IL GIULLARE SENZA RE
Una Cronistoria e 24 Sketch Satirici

AI  MIEI  CUGINI  LY,  VIVIANE  E  LIVIO

“ Il ruolo del giullare è quello di burlarsi
di coloro che si prendono troppo sul serio,
di prendere sul serio ciò che di solito
non viene preso abbastanza sul serio
e di non prendere sul serio ciò che banalmente
viene preso sul serio per eccesso!
 (asserto iperboreo)

 I    N    D    I    C    E
A.  Nota esplicativa
B.  Conclusioni del più recente convegno dei Giullari
C.  Giustificazioni

  1. “Non ci sono soldi!”
  2. La Saturno V8
  3. A proposito del primo amarsaggio
  4. “Sì per sì, no per no”: “sì sì, no no”
  5. Il rapporto del Giullare con la matematica moderna
  6. L’epidemia del ”Morbus stolidus”                                                                                                               
  7. L’hobby preferito del Giullare
  8. Il Tempio degli Avramiti
  9. L’ultimo ritrovato nel campo dei telefonini, delle radio e dei televisori portatili e non…
  10. Il “Test del bosco” (da utilizzare con le compagne, candidate a più o meno…)                                    
  11. Il “Test dell’automobile” (da utilizzare con i compagni, candidati a più o meno…)                            
  12. Il Giullare dallo psicologo
  13. L’intelligenza delle intelligenze artificiali
  14. “Nel mezzo dell’istoria di nostra vita…”
  15. La pubblicità alla TV
  16. Albert Sman, il commerciante del tempo
  17. Essere Giullare diventa quasi una forma di celibato
  18. Il Giullare testista (a differenza dei precedenti test individuali, questo ha carattere universale!)
  19. Il Supergiullare del Macroburarca
  20. I miei figli, i tuoi figli, i nostri figli…
  21. Ci sono due categorie di giullari
  22. Il Giullare e la donna dei suoi sogni
  23. L’amico Chuang-Tzu: Tze per gli amici, la mosca tse tse per i nemici
    (qui il Cremlino con la sua Mosca, per una volta non c’entra proprio per niente!)
    N.B. Alcuni sketch sono andati persi con il “crash” del mio PC precedente
    !

A.   NOTA ESPLICATIVA

“Sketch satirici” e perché non “Scene o Scenette satiriche”?
È semplice:
“sketch” è più incisivo, più pregnante e si capisce forse meno, inoltre…l’italiano è sempre più in perdita di quota e succederà qualcosa di analogo al latino, che ormai è quasi scomparso e riappare qua e là ogni tanto per così dire di contrabbando. L’italiano che d’altronde ho quasi disimparato a scrivere e parlare: no, leggere lo so ancora, grazie ai testi scritti dai grandi autori, ma come alcune altre lingue europee, verranno sostituite da una specie di miscellanea neoanglosassone, composta dall’irlandese, scozzese, cockney, inglese e soprattutto dall’ americano, almeno per il 73,5% (se questa fosse la percentuale di partecipazione dei votanti, allora sì che.., ma lasciamo perdere!), quindi…preparatevi moralmente ad un futuro ipolinguistico!

 B.   CONCLUSIONI DEL PIÙ RECENTE CONVEGNO DI GIULLARI

 L’essere umano è senz’ombra di dubbio l’essere più strano che vive sulla terra…
Il quorum dei Giullari ha espresso il convincimento che molto probabilmente ci si trova alla presenza di una sottorazza di alieni estremamente rari, forse unici nel cosmo e immigrati da Marte via Luna, prima che questi perdessero le loro atmosfere.

Si suppone inoltre, che la lenta seppur progressiva fuga di ossigeno, prima da Marte, dall’atmosfera lunare poi, abbia provocato delle lesioni cerebrali minime che spiegano, almeno in parte, le attuali distorsioni della mentalità umana, per il resto innocente e soprattutto ignara di questo processo di degrado…
Poveri noi, chissà che futuro ci attende con l’atmosfera terrestre in declino!

C.   G I U S T I F I C A Z I O N I

Ridere per non piangere:
ridere su quanto invece ci farebbe piangere, per ossequiare l’espressione:

“Accidia è ingiuria all’Eterno Padre“

ma al limite far piangere dove se ne è persa l’eccellente consuetudine e dove c’è veramente poco o nulla da ridere!
ridere di noi stessi, per non prenderci troppo sul serio,
per sgretolare le fondamenta della nostra mania di grandezza,
ridere per ridimensionare la nostra realtà, soprattutto quando vogliamo eterno il transitorio,
ridere per dissacrare ciò che abusivamente eleviamo a livello di sacralità,
ridere per esprimere la gioia di vivere, l’allegria che nonostante tutto la vita può procurarci,
ridere per lasciare spazio all’irrazionale,
ridere, scherzare, per burlarsi di certi aspetti della nostra vita, per testimoniare che non siamo tutti ingenui o le rimbecillite vittime dell’oscurantismo (anche se oggi non viene più definito così), per trangugiare tutti i rospi che ci si vuol far ingoiare.

“Bufo” in latino significa rospo, quindi ridere anche per espellere il  rospo  eventualmente  trangugiato per ingenuità, negligenza o ignoranza!
Buffo in italiano, oltre che significare ridicolo, che suscita il riso, vuol pur dire folata, soffio di vento e per estensione sbuffo di fumo, vapore o “simili”…(pensateci, potrebbe servire anche per scacciare il fumo accumulatosi nei polmoni dei fumatori passivi!).

Inizialmente il titolo era quello di “Radiobuffone”, il cui testo era pensato per delle trasmissioni radiofoniche (la struttura degli sketch satirici era quindi approssimativamente “radioigienica”), ma convinto che non sarebbe mai stato accettato da tali trasmittenti, è stato ribattezzato, mantenendo, togliendo e aggiungendo diverse scene (scusate: diversi sketch)

                                                                                                                 –  So long, I am around…

Questi sono i saluti originali che il Giullare senza Re ha voluto mantenere per rimanere un degno pioniere
dell’elogiata invadenza e della sublimazione linguistica: se volete sapere che cosa significa dovrete scoprirlo voi (perché anch’io ho dovuto, voluto, potuto!)


1.  “NON  CI  SONO  SOLDI!”

– Dobbiamo assolutamente fare qualcosa…
– Ma non ci sono soldi…
– Guardate che potrebbero morire in tanti…
– Come affermato, non disponiamo dei mezzi necessari per aiutarli!
– Potrebbero addirittura essere alcuni milioni che moriranno…
– Lo sappiamo, ma se i mezzi non ci sono, non ci sono!
– Come mai ai nostri giorni non ci sono?
– Abbiamo moltissime spese per le nostre popolazioni: conquiste sociali, sostegno all’economia in perdita, disoccupati a iosa, risanamenti di varia natura, debiti da bilanciare…
– E non si potrebbe sottrarre qualcosa dalle spese militari, a favore di un continente perseguitato dalle carestie?
– Quelle spese sono necessarie, indispensabili, inderogabili…
– Perché?
– Degli attacchi sarebbero possibili da un momento all’altro!
– Da parte di chi, se è lecito chiedere?
– Da una nazione qualsiasi…
– Ma c’è un patto continentale!
– Sì, ma ci sono nazioni più distanti…
– C’è pure un patto transoceanico!
– Alcuni potrebbero non rispettarlo!
– Se invece lo rispettassero?
– Si potrebbe essere aggrediti dallo spazio!
– Da chi?
– Dagli alieni perbacco!
– Ma se eminenti scienziati hanno calcolato che è praticamente impossibile!
– Gli scienziati possono sbagliare…
– Questo lo sappiamo, ma i tempi potrebbero essere molto, molto lontani per un evento del genere, mentre alcuni milioni d’individui potrebbero morire tra non molto!
– Che volete che dica? Il denaro non è disponibile!
– Ma si potrebbe renderlo tale: Minilandia per esempio, ha 8 miliardi di brac per le spese militari annue, Mesolandia 19, Sublandia 45, Merclandia 77, Lunlandia 97, Surlandia 105, Satlandia 170, Giovlandia 183, Sollandia 220 e Megalandia 366 miliardi, per non parlare di altri stati e staterelli… Calcoliamo quindi grosso modo una cifra tonda di 1500 miliardi l’anno!
– Non possiamo non proteggere le nostre popolazioni…
– Se ne preleviamo il 10% o soltanto il 5%, con 150 oppure 75 miliardi di brac si potrebbe già fare moltissimo…
– E poi ci sono i terroristi!
– Nel peggiore dei casi, quanti sarebbero i morti?
– Non lo si sa con precisione, ma certamente centinaia, migliaia, forse qualcosa di più…
– Lo sappiamo ormai che ogni persona trucidata è già di troppo, ma qui stiamo parlando di milioni che potrebbero morire per carestie ed epidemie!
– Dobbiamo prevenire gli attacchi alieni che potrebbero distruggere l’umanità intera…
– Questo lo affermate gratuitamente…, per di più, come ci si potrebbe difendere?
– Si potrebbe pensare in termini di guerra preventiva!
– Sì, ma in che modo?
– Bloccando i “tunnel cosmici”, i cosiddetti “buchi dei vermi”, come li ha definiti un illustre astrofisico, tunnel che collegano il nostro con gli altri universi e attraverso i quali potrebbero assalirci…
– Quali “tunnel”, quali altri universi?
– Non lo so…tanti, tantissimi..!
– E chi li ha mai visti?
– Nessuno…
– Ah,…posso immaginarmi che comunque sarebbe terribilmente, insopportabilmente oneroso, ragione per cui  molto probabilmente anche in futuro non se ne farà niente, mentre milioni di esseri umani moriranno tra poco!
– Appunto, l’avevo detto: è per questo che bisogna proteggere i mezzi a disposizione, anzi, aumentarli al massimo, perché dobbiamo cautelare la sopravvivenza di alcuni miliardi di persone dagli attacchi alieni del futuro, contro qualche milione di morti di fame nel presente…il conto torna!
– ???……….
– !!!!………..

*        *        *

– So long, I am around…


2.  LA SATURNO V8

– Ma quello…?
– Sì sì, hai visto benissimo, era Antrasar…
– Al volante di una Saturno V8!
– Infatti…
– Ma come può permettersela?
– Non potrebbe…, è grazie al leasing!
– Sì, però…
– Inoltre attinge a un prestito della “Super-X-Credit”…
– D’accordo, ma con gli interessi che esige!
– Di che cosa ti preoccupi?
– Non vorrei che…, è sempre stato un caro compagno d’infanzia.
– Non prendertela, l’ho visto l’altra sera a cena con la proprietaria dei “Sette cestelli”.
– Vuoi dire dei “Sette castelli”?
– No no, di quella catena di ristoranti con i cestelli…, i cestelli di vimini nei quali si
servono le parti desiderate di tacchino allo spiedo…, in questi ultimi tempi è diventata
una grande moda e l’affare va a gonfie vele!
– Ah, mi sembra di avere capito!
– Che cosa ne pensi se andassimo ad assaggiare questa specialità?
– Quando?
– Perché non stasera?…
– Ho capito, hai fretta di dare il tuo pur modesto contributo al pagamento della Saturno V8!

– So long, I am around…


3.  A  PROPOSITO  DEL  PRIMO  AMARSAGGIO

Quando durante il terzo millennio, il primo equipaggio terrestre mise piede sul Pianeta Rosso e iniziò le sue approfondite ricerche scientifiche (sì, perché i robot precedenti non potevano che sondare la superficie del mitico pianeta), vi furono alcune notevoli sorprese.

Dapprima furono scoperti a una certa profondità dei resti di abitazioni simili a quelle terrestri e, dopo un primo esame, si ebbe la netta impressione che si trattasse delle parti superiori di edifici simili a dei grattacieli.
Fatto strano, questi erano completamente vuoti e non si trovarono neppure tracce di esseri vissuti in quei luoghi.
Gli scienziati erano molto perplessi, anche se quanto avevano trovato non rientrava nei compiti che erano stati loro affidati.
Infatti, dovevano scoprire se un giorno, probabilmente lontano, la vita su Marte sarebbe stata possibile qualora l’umanità avesse dovuto emigrare dalla terra a causa di situazioni d’invivibilità.
La ricerca fu difficile per svariate ragioni, ma alla fine fu compensata da una scoperta a dir poco straordinaria.
Alcuni scienziati scoprirono un’enorme placca metallica, composta da una lega a loro sconosciuta, con incisa una scritta ancora leggibile, ma redatta in una lingua che non conoscevano.
La scritta fu mostrata a tutti i colleghi del team, e uno scienziato indiano esclamò:

– Ma questo assomiglia molto a ciò che abbiamo chiamato “l’induese preistorico” perché non sapevamo come e dove collocarlo nel corso della nostra cultura, avendo trovato alcune scritte non molto dissimili incise su alcuni dei nostri templi più antichi.
– Va bene, esclamarono in coro tutti quanti, ma sapresti dirci più o meno che cosa significa questa iscrizione?
L’indiano, dopo avere ripulito ben bene la placca cominciò, seppure a stento, a decifrarne il contenuto:
– Sta scritto…sta scritto…
“Noi abitanti…di questo pi..aneta…che si chiama Terr..ra…dobbiamo lasciarlo perché sta…sta..sta diventando …invivibile..e…mi  mi  griamo perciò verso uno dei…pia…neti..ti più vicini…la cui superficie sembra pre..sentare…le condizioni migliori per…la nostra..la nostra…sopra..sopravvi…sopravvi…venza…Per ora…lo abbiamo ba…battezzato…il “Pia…neta Az…zurro”, a causa della sua colorazione… azzurro…gnola…”

Il resto non era quasi più leggibile, ma…c’era qualcosa che assomigliava ad una data, ragione per cui lo scienziato indiano concluse a fatica (la NASA ha confermato che questo scienziato non ha mai balbettato in vita sua, neppure da piccolo, quando tutti gli altri si dedicavano almeno alla balbuzie funzionale!), riuscendo tuttavia a decodificare:
– …sesta…sta..stagione del ter…zo anno…del…ventino…ventino..vesimo…mil…mill..ennio del…quarto…Grande Ci…ci..clo…Ga..Gal…attico…

No, non c’erano né uno “Stop”, né un “Fine del messaggio”, come tutti si sarebbero aspettati…
Può darsi che il messaggio non solo non fosse concluso, ma era forse soltanto all’inizio, cosa di cui nessuno poté rendersi conto, perché gli usi e costumi della civiltà precedente erano probabilmente molto diversi e comportavano dei modelli alternativi paradossali, poiché “l’umanità”si era spostata da Marte in direzione della Terra (magari via Luna) e non viceversa!
Forse questo evento spiega finalmente l’etimologia del termine “movimento retrogrado”…

– So long, I am around…


4.  “SÌ PER SÌ, NO PER NO” : “SÌ SÌ, NO NO”

Da qualche parte in questo vasto mondo (no, non era il “terzo mondo”), c’era un inquilino alquanto ateo di un proprietario immobiliare assai religioso e osservante.
Poiché ogni tanto c’erano dei ritocchi o delle riattazioni da fare nella vecchia casa dell’affittuario ateo, questo lo chiedeva cortesemente al proprietario religioso che di volta in volta diceva:
– Sì, sì…, ma poi nulla succedeva.
Così procedettero per diversi anni e l’inquilino riproponeva ogni tanto il lavoro da svolgere, ma nonostante i ripetuti “sì, sì”, niente veniva fatto.
Un giorno, l’inquilino suppose che il proprietario si fosse dimenticato di quanto aveva promesso e di ciò che doveva fare, quindi cercò di ricordarglielo per l’ennesima volta.
Con stupore, l’inquilino si dovette rendere conto che il proprietario ricordava perfettamente tutto ciò che si sarebbe dovuto fare e per il quale aveva dato ripetutamente il consenso, perciò gli disse:
– A me risulta che nella vostra religione è stato detto “che il vostro parlare sia sì per sì e no per no” ma mi risulta che lei dice sempre “sì, sì” e fa “no, no !”
Anche questa osservazione non servì a un gran che e l’inquilino…, l’inquilino alquanto ateo del proprietario assai religioso e osservante…cambiò casa, probabilmente con grande soddisfazione di quest’ultimo!

– So long, I am around…


6.  L’EPIDEMIA DEL “MORBUS STOLIDUS”

All’EUIC (Ente Universale Indagini Civili) giunge una chiamata d’urgenza da parte dell’EUIM (Ente Universale Indagini Militari).

Questo chiama il primo, dichiarando di non potersi assumere una certa responsabilità, per mancanza di competenza in materia, avendo scoperto nella popolazione mondiale l’ennesima diffusione di un’epidemia acuta del “virus stolidus”, in primis tra i ranghi dei massimi ufficiali dell’Alleanza Intercontinentale.
Nasce quindi un alterco tra i preposti dei due enti.

EUIM: – Abbiamo scoperto la diffusione del morbus stolidus in questi ultimi tempi, tramite una polvere di fiori essiccati, di un genere a noi sconosciuto, che nutre e diffonde questo virus, in provenienza dall’area dell’Unione delle Piccole Province e inserita in piccole dosi, per così dire impercettibili, nella corrispondenza internazionale, a causa del suo bassissimo livello cul…(scusate), volevo dire immunitario!

EUIC: – E perché mai il nostro Ente dovrebbe occuparsene?

EUIM: – A causa del coinvolgimento dei nostri centri di comando, ragione per cui il nostro intervento sarebbe di parte e non potremmo operare in modo oggettivo.

EUIC: – E da quando operate in modo oggettivo?

EUIM: – Non possiamo entrare in materia a questo proposito, d’altronde non sarebbe il momento più opportuno, anche perché sta di fatto che almeno e forse oltre il 50% della popolazione terrestre ne è afflitta, mentre un altro numero di cittadini sono ormai a rischio e trattandosi di civili, il problema rimane di vostra competenza.

EUIC: – Fino ad ora cosa avete intrapreso?

EUIM: -Volevamo somministrare i vaccini Alfa-Betizzanti nei ranghi dell’esercito, ma dopo l’ultima epidemia, che abbiamo potuto circoscrivere fino a un certo punto, c’è stata una rottura di stock e non siamo più in grado di distribuire il vaccino.
In questo periodo si sta tuttavia lavorando febbrilmente nelle industrie chimiche della Grande Unione delle Province del Centro per produrre le nuove scorte del vaccino, in particolare nella catena internazionale delle fabbriche della “Superbiofloris”.

EUIC:  – Ciò vuol dire che entro breve tempo si disporrà nuovamente di questi vaccini?

EUIM: – Sì, ma c’è un problema.

EUIC:  – Sarebbe?

EUIM: – I nostri servizi di controspionaggio, sono sulla traccia di una possibile manipolazione da parte della “Superbiofloris”, che potrebbe aver provocato l’epidemia, in modo da poter uscire, con la diffusione miliardaria del vaccino, dalle cifre rosse degli ultimi anni, che stavano portandola alla bancarotta.

EUIC:  – Sì, ma visto che l’epidemia è in corso, i vaccini sono in ogni modo indispensabili!

EUIM: – Appunto…

EUIC:  – Allora?

EUIM: – Tocca a voi l’organizzazione e la distribuzione a livello internazionale.

EUIC:  – Come mai?

EUIM: – Perché il Morbus stolidus è innanzi tutto un problema civile!

EUIC:  – E i militari?

EUIM: – Prima e dopo avere vestito l’uniforme militare (talvolta anche durante i congedi), sono pur sempre dei civili!

– So long, I am around…


8.  IL TEMPIO DEGLI AVRAMITI

Due compagni atei s’incontrano su uno dei ponti che collegano la grande alla piccola Silena:
– Salute…
– Come vanno le cose?
– Grazie, non male e per te?
– Non posso lamentarmi…
– L’hai sentita l’ultima?
– Quale ultima?
– Che gli Avramiti di Mortera di Maliviera…
– Come, ci sono ancora degli Avramiti da quelle parti?
– Sì, non lo sapevi?
– No, non avrei mai creduto…dopo tutte le persecuzioni, torture e messe a morte che hanno subito!
– Infatti, ma non è tutto e volevo aggiungere che vi stanno pure costruendo un tempio!
– Un tempio, in quella regione?
– Sì, te l’ho detto, non sembri crederci…
– Lo credo bene che è da non crederci…pensavo che fossero un po’ più accorti…o perlomeno avessero
una certa dose di dignità…
– Anch’io, ma purtroppo…!
– Devo andare a vedere, perché se non lo vedo non ci posso credere!
– Ho sempre pensato che tu fossi una specie di Tommaso…
– No no, per me la cosa è semplicemente incredibile, mentre suppongo che lui ti avrebbe creduto
sulla parola!

– So long, I am around…


9.  L’ULTIMO RITROVATO NEL CAMPO DEI TELEFONINI, RADIO, TELEVISORI PORTATILI E NON…

Come, non siete ancora in possesso degli ultimi modellini di telefoni, radio e televisori trantonesi?
È una grossa lacuna culturale, dovete porvi rimedio al più presto, aggiornandovi immediatamente, comperando almeno uno dei superbi modelli di Teleodor, Radiodor, oppure Telefonodor che si trovano sul mercato nei diversi TRT-Shops.
Altrimenti rischiate i soliti sentimenti d’invidia o d’inferiorità perché i vostri amici o vicini di casa li possiedono e voi no!
Inoltre potreste trovarvi di fronte a un “tutto esaurito” e perciò prendete il bus per raggiungere i punti di vendita, perché se utilizzate l’automobile, come tutti pensano di fare per arrivare più in fretta, vi troverete imbottigliati, anche con l’ultimo modello della “Saturno V8” (e posso assicurarvi che quella sì che è una macchina, con la quale sembra quasi di volare, per cui…)

Sappiate in ogni modo che esistono già diversi modelli specifici come:
DOMUS per la casa,
AUTO-AUTO per la vettura,
GARDEN per il giardino,
LIFTBACK per la campagna,
EVEREST per la montagna,
PACIFIC per l’Oceano (che si possono utilizzare pure per il Mediterraneo e il Baltico, basta spostare l’apposita levetta),
UNIVERSITY per la scuola e per ultimo, ma non meno importante, il modello
GTXYZ 4×4 MONOVOLUME, per le scappatelle serali fuori strada (anche nei campi e boschi).

D’altronde sono in preparazione ulteriori modelli…ormai conoscete lo spirito inventivo dei trantonesi ed i loro innumerevoli prototipi!
Ma avete ragione, vi si deve ancora spiegare di che cosa si tratta, anche se forse avete già intuito l’essenziale se non i dettagli.

La desinenza –odor,  vi promette la percezione del profumo delle annunciatrici, che attualmente si sono invaghite di una nuova linea della Cosmocosmesi & Co. Inc. che porta una serie di nomi oltremodo suggestivi:
“Rêve de Lune”, “Soupir de Vénus”, “Rosée de Mars”, “Éclat de Mercure”, “Splendeur du Soleil”, “Magnificence de Jupiter”, “Mystère d’Uranus” e così via dicendo, per non parlare della gamma “galattica” (i cui profumi sono a base di latte bio, di quello particolarmente cremoso delle montagne artuntesi…e naturalmente controllato dall’Istituto Nazionale “Bio-Bio & Bio”)

La gamma “transgalattica” invece è prodotta con un superlatte a effetti mirabolanti, grazie ai suoi alti contenuti in vitamine, sali minerali, oligoelementi, ormoni, dendriti essiccate, ginseng, lecitina di soja, alghe delle isole Fabritius, residui di rocce lunari e, last but not least (ultimo ma non meno importante come dicono coloro che circolano ancora a sinistra), elementi transgenici.

Ma potrete pure godere del profumo dei vostri interlocutori al telefono, degli attori dei vostri “serial” preferiti” e di tanti altri ancora (personaggi più o meno illustri).
L’epoca gloriosa della droga sta ormai passando e comincia quello dei vari “-odor”.
Per esempio vi potrete riunire in gruppo davanti alla televisione o alla radio e, come accennato, inebriarvi con i profumi che emanano le annunciatrici (o gli annunciatori se magari siete dell’altra sponda…).
Per i buongustai invece, le trasmissioni concernenti ricettari e dimostrazioni culinarie, saranno un pochino “life”, perché si potrà almeno sentire i profumi dei cibi (virtuali o reali che siano).

Se poi fate parte dei naturisti o dei verdi, che sono talvolta la medesima cosa, potrete pure sentire i profumi della natura e vi assicuro che tra tutto quanto sarà possibile assistere a delle vere e proprie sinfonie di profumi…altro che assunzione di droga, oppure di “Gruppensex”!
Teleodor, Radiodor e Telefonodor (senza dimenticare il PC-Odor!), sono sistemi che conquisteranno il mondo (non come gli slomanni, gli arrancesi ed i freddeschi che andarono e poi dovettero tornare, perché dove volevano giungere era troppo lontano o troppo freddo e anche con i mezzi moderni ci sarebbero forse arrivati, ma in ogni modo sarebbero dovuti tornare, o ci sarebbero rimasti secchi, nonostante il grande umido ambientale!)

Inoltre ci sarà una concorrenza spietata tra massimalisti economici, cristiani, musulmani, ebrei, comunisti, femministi, pacifisti, gay e nonultraglobal”, perché anche loro, ognuno a modo suo, sono in corsa per conquistare il mondo con un “girotondo” (la rima è la prova della veridicità dell’affermazione!).

È giusto che vi si faccia una confessione:
il Giullare senza Re (oppure se preferite chiamarlo Radio- o Telebuffone, fate pure, tanto che differenza fa, sappiamo con certezza che non vi serberà rancore), strapagato dagli editori, dalle emittenti radiofoniche e televisive, investe tutto nelle azioni del sistema “Odor” (di cui non vi saranno rivelate le cifre, altrimenti tutti vorrebbero diventare giullari e potrebbero nascere una serie di emittenti e tipografie clandestine, e di conseguenza causare disoccupazione tra i Giullari Titolari),

Forse sarebbe più corretto dire che investe “quasi tutto”, perché sappiamo che il Giullare mette da parte qualche soldino per il pane e il formaggio, soprattutto per quello con i buchi dove può nascondere il pane (in caso di carestia o di attacco degli alieni.)
Con qualcosa dovrà pur nutrirsi, perché ormai è risaputo da tutti che “l’essere umano non vive di soli profumi”…
Comunque non dimenticate i nomi del futuro: Teleodor, Radiodor, Telefonodor e PC-Odor.

Stavo dimenticando che è in preparazione  pure il DVD-Odor, ma poiché ci sono ancora delle difficoltà tecniche , la messa a punto tarderà soltanto di qualche settimana, di pochi mesi o al massimo di alcuni anni, quindi non spazientitevi perché anche questa creazione del genio umano non tarderà a sommergere i mercati mondiali!
Quindi affrettatevi, perché nei TRT-Shops vi si attende impazienti e scalpitanti come dei cavalli da corsa prima di una gara, per presentarvi il risultato della straordinaria ispirazione umana!

   – So long, I am around…


10.  IL SUPERASPIRATORE DIGITALE

Questa è un’altra di quelle invenzioni: forse del millennio o addirittura degli ultimi millenni, magari dei millenni a venire e mette quasi in ombra il sistema “Odor”, anche se ovviamente si tratta di qualcosa di ben diverso!

Ha delle capacità aspiratorie che rasentano l’inverosimile e la commutazione da un tipo di aspirazione ad un altro si esegue digitando semplicemente un numero specifico, indicato nell’opuscolo delle avvertenze che questa volta è molto ma molto preciso e si potrebbe tranquillamente affermare infallibile . Inoltre non vi sono errori d’interpretazione possibili, guai!
C’è addirittura un sistema di autocorrezione se sbagliate la digitazione, perché il Superaspiratore
riesce perfino a leggervi nel pensiero (in parole povere: aspira il vostro pensiero e lo trasforma in comprensione e azione digitalizzata…ma se poi interpreta male, magari per ragioni affettive?)

Vediamo dunque cosa riesce ad aspirare, udite udite… (ma soprattutto leggete leggete…), perché vi diamo già i numeri da digitare per ottenere il risultato corrispondente:
1. stafilococchi, pneumococchi e diversi altri tipi di cocchi (anche quelli di Mammà), ma immancabilmente i più moderni virus, anche quelli più resistenti e in mutazione;
2. gli extraterrestri , ossia gli alieni (detti giustamente marziani perché non vengono da Marte);
3. la spontaneità, la creatività, i buoni propositi, l’amore per la casa e il malocchio;
4. questo è forse il tasto più rivoluzionario, care signore casalinghe o meno, ossia quello che vi permette di risucchiare dall’etere le informazioni a proposito dei mariti birichini (altro che diritto di voto e mister prezzi!), vale a dire, vi mette al corrente sulle scappatelle dei vostri mariti: dove, quando, con chi, quanto, nonché statura della rivale, colori degli occhi e dei capelli (anche se lunghi o corti, ricci o lisci), giro taglia e seno e anche…, insomma quasi tutti i dati che potrebbero essere per voi di un qualche interesse.
È un’invenzione sconvolgente e non è tutto, perché con il prossimo tasto, il numero:
5. si può perfino aspirar lui, oppure la sua amante (che brutto termine, meglio “la sua amica, la sua cara cara amica!”) e se proprio ci tenete anche ambedue, con i tasti 6 e 7. Se poi siete di natura intransigente, con il tasto
8. una volta risucchiati, potete procedere alla chiusura ermetica del sacco che è in “superpoliuteranoinox” (d’altronde è ultimo ritrovato nel settore degli imballaggi, a base di un materiale ancora sconosciuto sulla terra, probabilmente importato dalla luna dall’ultimo allunaggio dei…insomma da un popolino molto evoluto che vive in Antartide) , in modo che non possano sfuggirvi, soprattutto fin che non hanno confessato davanti alla famiglia o al giudice (se siete dei senza famiglia e se ci sono ancora dei giudici disponibili…!)
Infine, se la situazione risulta irrecuperabile, il superaspiratore può, con il tasto numero:
9. essere trasformato in un riduttore di massa e nel caso più disperato con l’ultimo tasto
10. in un inceneritoio!

Il sacco lo potrete gettare perché è biodegradabile (che bella parola, come suona bene, almeno tanto quanto il racconto della buona azione che avrete compiuta!)
Come la vita insegna, anche qui ci sono ovviamente dei piccoli problemi: da un lato e come spesso succede, l’aggeggio è un po’ caruccio e per pagarlo dovrete comunque lavorare al posto del marito, ma potrete pagarlo a rate, lasciando in pegno l’assicurazione sulla vita che vi ha generosamente lasciato prima del suo trapasso, poiché aveva come intuito il fattaccio…e desiderava lasciare almeno una futura “vedova allegra”.

Poiché il Giullare è pure a capo della Transoceanic Insurance Company Inc. , avrete senz’altro delle facilitazioni (se mostrerete il sacco come prova prima di gettarlo).
Inoltre, quando potrà operare a livello regionale, questa compagnia di assicurazioni procurerà lavoro anche ai buffoni indigeni disoccupati!
Ora vi rendete finalmente conto del carattere sociale del Giullare senza Re.
Bisogna dirlo perché continuano a volerlo definire un reazionario, poiché sostiene la produzione di questo straordinario Superaspiratore digitale (certo, un meccanismo così delicato non lo si può far funzionare con i piedi!)

Dall’altro lato però il problema è più grosso, sia in senso figurato che concreto, perché i tasti
8, 9 e 10, non possono ridurre né la massa di un Palazzo di Giustizia o di una Prigione, né possono incenerire un’eventuale “Braccio della morte”, compresa la “Sedia elettrica” se vi trovate in un’altra regione del globo, quindi attenzione: la garanzia per il Superaspiratore ricopre soltanto i primi 7 tasti.
Ci sono dei limiti a quasi tutto in questa benedetta Vita e non si può sempre chiedere l’impossibile, così come non posso esigere che vi mettiate a ridere, dicendo al vostro vicino:
– Guarda il Blog dell’Horowitz “Il Giullare senza Re” e vedrai come te la spasserai!
Sarebbe bello vero?

Ma anche qui la garanzia ha i suoi limiti…

So long, I am around…


11.  IL “TEST DEL BOSCO”
(da applicare alle compagne, candidate a più o meno…)

Esiste un test di tutto riguardo che si chiama il “Test dell’albero”.
Ora, il Giullare ha pensato di creare un test un po’meno universale, più specifico, anche se il suo nome sembra promettere qualcosa di più esteso (a tanti altri alberi, ossia agli universi paralleli):
ma non è esattamente così e capirete ben presto come mai.

Il “Test del bosco” è stato concepito per esaminare eventuali candidate alle relazioni ravvicinate (magari del quinto tipo), ma innanzi tutto con i giullari, inoltre con i profani ed in extremis anche con gli anti-giullari… (poiché tentiamo di essere tolleranti, senza riuscirci sempre e forse non è neppure consigliabile esserlo perennemente!)
L’applicazione è semplice e non sono necessari né studi universitari, politecnici, nelle accademie militari, neppure in quelle navali o aeree, né doping, mobbing o dribbling, intendo quello industriale o interpersonale (no no, per una volta l’Inter qui proprio non c’entra!)

In che cosa consiste? Non intendo il doping, mobbing o il dribbling, questo già lo sapete …o no?
Se non è il caso, aprite più o meno qualsiasi canale televisivo, suppergiù a qualunque ora, per essere istruiti in modo ineccepibile in questa moderna e nobile arte-scienza popolare…

Dunque:
1. proponete all’eventuale dolce compagna una passeggiata nel bosco: un bosco qualsiasi, se ne trovate ancora uno non completamente divorato dai bostrici o da altre stranezze naturali, ma ciò nonostante con una qualche asperità, qualche difficoltà di percorso.
Se rifiuta, perché non le piacciono i boschi, oppure perché teme di essere sopraffatta da malviventi, o perché potrebbe girovagarvi un qualche orso o lupo mannaro, il test è già terminato e la candidata viene automaticamente esclusa, anche se per galanteria farete buon viso a cattiva sorte.
Non la rispedirete immediatamente da dove è venuta, non vi inoltrerete nel bosco e rimarrete ai margini per non provocare una qualche irreversibile crisi d’angoscia. Dopo di che non la inviterete mai più (anche se vi è stato insegnato, magari da James Bond, di “mai dire mai”): Punti 0;

2. osservate attentamente se giunge con i tacchi a spillo, oppure altri calzari urbani di una certa eleganza.
Anche se avete delle perplessità vi si consiglia di procedere con il test: non si sa mai, ricordatevi che i più grandi nemici dei test sono i pregiudizi (anche contro i test) e bastano già quelli dimostrati al punto 1.
Il risultato rimane tuttavia uguale: Punti 0,
se invece giunge con delle scarpe con il tacco basso, ma laccate: Punti 1,
non laccate: Punti 2,
con quelle del Nordic Walking: Punti 3;

3. se si presenta con una gonnellina sexy che si sciupa già durante il primo momento in cui ci si siede o sdraia sul terreno boschivo, o si strappa impigliandosi nei ramoscelli del sottobosco: Punti 0,
se porta dei blue-jeans: Punti 1,
se è dotata di una gonna resistente, da strapazzo: Punti 2,
per di più abbottonata sul davanti: Punti 3,
se ha portato con sé una coperta, diciamo da picnic, però senza picnic: Punti 4;

4. se comincia a raccontarvi dei suoi problemi sul lavoro, di quanto è insopportabile il capo ufficio,
sgradevoli i colleghi, poco interessante il suo compito: Punti 0,
se vi parla dei suoi problemi più personali, soprattutto con i genitori: Punti 1,
si lamenta dei dissensi irrisolti con gli amici: Punti 2,
s’interessa dei vostri problemi in generale: Punti 3,
addirittura dei vostri problemi intimi: Punti 4;

5. se appena iniziata la passeggiata, vorrebbe già andare a bere qualcosa in un ristorante (che magari non c’è): Punti 0,
se invece vuole soltanto sedersi: Punti 1,
se riesce a camminare per un po’senza voler bere o sedersi: Punti 2,
se riesce a resistere durante tutto il percorso senza volersi né sedere né bere: Punti 3,
desidera sdraiarsi in un angolino appartato e discreto del bosco (magari sulla coperta): Punti 4;

6. se, conclusa la passeggiata, la invitate a bere qualcosa e appena giunta al ristorante deve andare al bagno: Punti 0,
se non ci deve andare: Punti 1,
se sceglie la bevanda più economica: Punti 2,
se alla fine vuole offrire la consumazione: Punti 3 (soprattutto se non accettate la sua offerta!),
se ciò nondimeno riesce a pagare il conto, perché altrimenti potrebbe offendersi: Punti 4;

7. se prima di lasciarvi, non dice nulla: Punti 0,
vi chiede di potervi rivedere: Punti 1,
se siete voi a chiederlo e tentenna: Punti 2,
se esita, ma vi chiede di telefonarle: Punti 3,
se invece dice un “no” che potrebbe sembrare un “forse”, addirittura un “sì”: Punti 4;

8. se quando le telefonate, sembra sorpresa della vostra chiamata e quasi seccata, o addirittura non sembra riconoscervi: Punti 0,
se le chiedete di uscire con voi, ma rifiuta il bosco e per il resto non sa bene se sì e quando: Punti 1,
se le riproponete una passeggiata nel bosco e accetta con reticenza: Punti 2,
le proponete la passeggiata e accetta semplicemente: Punti 3,
proponete la medesima passeggiata e vi dice che è stato uno dei più bei momenti della sua vita: Punti 4, però sarebbe preferibile verificare questa affermazione, prima di convolare a nozze, non fosse che tramite l’EPDA (l’Ente Protezione Degli Amanti, sponsorizzato e legittimato da diverse grandi imprese sportive…).

Ora potete procedere al calcolo dei risultati, per stabilire se è la donna della vostra vita o meno.
Ecco la chiave d’accesso per la decodificazione:

Punti 0, probabilmente ve ne sarete già accorti che non è la donna che fa per voi (se poi non ve ne siete accorti, allora siete voi a non essere idoneo per lei!).

Punti 8, (mettiamo anche attorno all’otto), potrebbe sembrare una candidata idonea (giacché l’otto è una cifra rassicurante), ma vi si mette in guardia di non soccombere così in fretta a questa illusoria tentazione: parola di Giullare!

Punti 16 (diciamo pure tra il 9 e il 16), se siete convinti che potrebbe essere la donna dei vostri sogni, sarebbe un errore, perché anche in questo caso non illudetevi, lasciatevi un po’ di tempo e semmai riprovate il test con un’altra candidata.

Punti 24, finalmente potrebbe darsi che abbiate trovato la donna ideale con la quale essere felice 12 ore su 24! Ma tranquilli: è un test e come tutti i test che si rispettano è quasi a prova di bomba, ben inteso quasi…!

Punti 32, se proprio volete essere sicuri sicuri, allora dovete scegliere la compagna che raggiunge questo punteggio: è il massimo raggiungibile da un essere umano!
Pare che la madre del Buddha era dotata di 32 specie di qualità, osservò 32 mesi d’astinenza e il Buddha medesimo possedeva 32 virtù caratteristiche (è da rilevare che il Giullare non è buddista, con tutto il rispetto parlando, quindi non è di parte!)
Per provarlo ecco un altro esempio:
Abramo ha elencato 32 vie della saggezza, ma non è il caso che il Giullare si accinga a ripetere una tale prodezza (anche se potrebbe farlo!)

Rimane acquisito che con questo punteggio, la vostra candidata è tanto sublime, che potreste trovarvi in difficoltà, a meno di non essere facilmente travolto da sentimenti d’inferiorità, che sarebbero inevitabili! Soltanto poche donne in ogni nazione raggiungono questo punteggio…
Essere felici 24 ore su 32 non è poca cosa ed è molto, ma molto difficile da gestire: parola di Giullare!

P.T. (Post Test, non Poste Telegrafi!) Attenzione:
se la candidata, pur ottenendo un risultato di 32 punti dovesse fumare (a meno che pure voi siate un accanito o almeno mediocre fumatore), il punteggio si azzera automaticamente, perché se il fumo non è il vostro forte, non potete permettervi di fare in modo che la vostra compagna interrompa una tradizione così antica e sacra come quella di fumare (per esempio il Calumet della pace, che d’altronde non è servito a un gran che, o al massimo a relegare gli indiani nei Tipi, con tant’altra brava gente nei diversi tipi di riserve!)

*        *        *

So long, I am around…

Seguirà “IL TEST DELL’AUTOMOBILE” (da applicare ai compagni, candidati a più o meno…)


 

12.  IL TEST DELL’AUTOMOBILE
(da applicare ai compagni, candidati a più o meno…)

È giusto che ci sia pure un test a disposizione del gentil sesso, per valutare i pretendenti.
D’altronde, è stato concepito dalla moglie di un giullare extrafamiliare, tale Walina Govroschenko Galinskaya, incontrata per puro caso nel Grande Nord. Quindi attenzione, perché in questo caso vigono i diritti d’autore. Non prendeteli troppo alla leggera , perché è stata istituita una speciale commissione di controllo che impone multe ragguardevoli, anche se infine possono controllare ben poco, con tutto il daffare politico-independentista con cui sono alle prese ormai da anni…!

Quindi gentili signore, ciò nonostante siate prudenti prima, durante e dopo l’applicazione del test, (ci potrebbero sempre essere degli infiltrati!), ma soprattutto non comunicate ai vostri candidati che è in corso un’operazione testistica, perché le conseguenze per il femminismo internazionale potrebbero essere disastrose: purtroppo con questi uomini non si sa mai..!

L’inizio del test è inconfondibile e relativamente semplice (come lo sono solitamente gli uomini), basta conoscere un poco le marche principali delle automobili, cosa che oggi come oggi, riesce a non poche donne, semmai consultate la profusione di cataloghi e rappresentanti che sono in circolazione per tutte le marche, oppure il Web, o la TV.

Poi la cosa si complica un pochino, ma non eccessivamente (buon per loro), dunque:
1.   se il candidato vi invita ad uscire e viene a prendervi con l’ultimo modello della “Giove 570, GgTt”, potete considerare il test concluso e il candidato eliminato, anche se vi conviene provare per una prima e ultima volta le meraviglie innovative e di comfort che offre questa vettura, comunque: Punti 0;
N.B. Questo vale pure per i modelli: “Saturno, Urano e Plutone” 210, 330 e 460, che siano dei modelli GT, dei GgTt o degli YGgTtZ poco importa, il punteggio rimane il medesimo (a scanso d’equivoci: Punti 0);

2.   se invece si presenta a bordo di un modello “Luna, Marte, Venere o Mercurio X”, oppure XP, ma anche XxPp, tutti questi modelli essendo delle vetture popolari a largo ventaglio d’utenti, potete procedere con il test: Punti 1,
giunge con il bus: Punti 2,
a piedi: Punti 3,
a piedi con un mazzo di fiori: Punti 4;

3.   se arriva con uno dei modelli menzionati poc’anzi e sin dall’inizio vi mostra come i sedili sono facilmente ribaltabili: Punti 0,
se viene subito accesa la radio, oppure lo è già (soprattutto con un sovrappiù di decibel, chiudete un orecchio): Punti 1,
se i decibel sono moderati: Punti 2,
se la musica è del XVIII° oppure XIX° secolo: Punti 3
se è stato acceso e ben dosato il climatizzatore d’estate o il riscaldamento d’inverno: Punti 4;

4.   se vi propone di fare una gita in macchina attraverso una strada regionale che passa attraverso un fitto e interminabile bosco: Punti 0,
con l’automobile in un cinema “drive in“: Punti 1,
se propone di posteggiare la macchina e fare una passeggiata attraverso il parco cittadino: Punti 2,
la passeggiata sul lungolago o lungomare (se c’è un mare o un lago, se no un fiume o un ruscello):
Punti 3,
dello shopping nelle boutique non aperte di sera: Punti 4;

5.   se vi invita a mangiare dei Würstel: Punti 0,
una pizza: Punti 1,
un croque-monsieur con una birra: Punti 2,
il piatto del giorno in una trattoria locale: Punti 3,
una vera cena coi fiocchi (di riso s’intende), nel ristorante “Il Sigillo d’Oro dell’Impero Celeste”:
Punti 4;

6.   se dopo cena vi propone di bere qualcosa e ascoltare musica a casa sua: Punti 0,
se rifiutate e si avvia chiacchierando e vagando per le viuzze della vecchia città: Punti 1,
se vi propone di entrare in una gelateria: Punti 2,
se suggerisce di visitare un’esposizione selettiva dei quadri di Gaugin: Punti 3,
di assistere a un convegno del “Partito Umanista”: Punti 4;

7.   se vi riaccompagna a casa con la sua utilitaria e chiede di poter salire per bere un caffè: Punti 0,
se vi chiede di potervi rivedere il giorno dopo: Punti 1,
due giorni dopo: Punti 2,
se rimane un momentino davanti alla porta d’entrata a chiacchierare con voi: Punti 3,
se depone con tenerezza un lieve bacio sulla vostra guancia sinistra e parte senza fare più rumore del necessario sia a piedi che con la sua automobile: Punti 4;

8.   se l’indomani vi telefona chiedendo di rivedervi il giorno stesso: Punti 0,
il prossimo fine settimana: Punti 1,
se vi propone di presentarvi ai suoi genitori: Punti 2,
ai suoi amici: Punti 3,
se invece fa esattamente ciò che desiderate: Punti 4.

N.B.   Se il prossimo weekend viene a cercarvi a bordo dell’ultimo modello della “Giove 570 GgTt”, o uno degli altri modelli inizialmente citati, allora ci troviamo fuori test, ossia nel “Gioco dell’oca” e si torna al punteggio d’annullamento (affinché non abbiate dei dubbi e non succeda un errore madornale di cui dovreste forse pentirvi per tutta la vita = Punti 0).
Il Giullare, care lettrici, vi suggerisce vivamente di cercare un altro candidato e di applicare scrupolosamente i diversi punti di questo test.

Per il resto, i risultati equivalgono a quelli del “Test del bosco” precedente, con una eccezione:
in pratica nessun uomo raggiunge un risultato di 32 Punti, ragion per cui dovrete accontentarvi di
Punti 24, e quindi il compagno sarà bravo, forse un po’ noiosetto, ma in ogni modo idoneo per la vostra felicità relativa, tenendo conto del detto anglosassone che recita con qualche variante:

“Meglio avere un pollastrello nel proprio orto, che due in quello della vicina!”

Inoltre è preferibile non pretendere a una felicità permanente di 24 ore su 24, perché alla fin fine vi potreste annoiare, quindi accontentatevi di 10-12 ore sull’arco della giornata che bastano e avanzano (anzi, potrebbero già essere di troppo, perché come ben sapete “il troppo guasta”!).

Attenzione: non dimenticate d’includere la valutazione espressa nelle annotazioni del P.T. precedente
(il Post Test e non le Poste e i Telegrafi, o magari addirittura i Telefoni), che vale pure per gli uomini.
Se fumano e voi non siete un’assidua fumatrice, allora non pensate di potervi permettere la dissacrazione di una così nobile tradizione come quella del fumare (non si parla neppure del Calumet della pace, che a quanto pare non è servito neppure ai giullari!)
E se avete una certa sensibilità, pensate un pochino in modo compassionevole all’industria del tabacco, agli enormi investimenti pubblicitari che ha dovuto assumersi e al fatto che se riuscite a dissuadere i vostri compagni a non fumare (questo vale ovviamente pure per il test precedente riguardante le compagne!), vi sarà una coorte di operai disponibili per l’industria degli alcolici, ciò che ne duplicherà la produzione e quindi, grazie agli spot e ai giovani, vi sarà un aumento esponenziale del consumo di birra, vino, alcolpops e superalcolici!

Quindi: “meditate gente…meditate!”

Sta a voi  fare una scelta oculata, senza dimenticare che è appunto qui che risiede la libertà attuale dell’individuo, nella speranza tuttavia che certi tic (anche quelli collettivi) possano essere guariti nel prossimo secolo o almeno nel millennio seguente (tanto non abbiamo nessuna fretta!)

So long, I am around…

*         *         *


14.  L’INTELLIGENZA DELLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI

Premessa

Ciò che sto per raccontarvi è avvenuto con un vecchio ordinatore e un vecchio programma.
Detto francamente non ricordo più di che anno fossero i due, ma posso assicurarvi che questi
fatti sono avvenuti veramente alcuni anni or sono e non li ho inventati.
Comunque trovo che si inseriscono bene in un ambiente satirico!

Il mio PC e il cagnolino che vi abitava (l’avevo  chiamato Picinin per non creare confusioni al PC e ai suoi Files, che gli avevano  perfino regalato una bella cuccia!) mi sono stati simpatici, anche se questo prezioso aiutante entrava spesso in scena con dei consigli decisamente a sbalzo (era un cagnolino giovane, quindi un po’ di tolleranza ci voleva…)
Comunque avevano previsto anche un portale di scolo…per il non si sa mai durante le ore notturne in cui non stavo scrivendo, ma non è stato necessario, perché Picinin era stato ben addestrato dagli informatici!
Per il resto erano ambedue bravini: per esempio il consulente ortografico e grammaticale talvolta era più bravo di me, talaltra invece era completamente fuorviato e fuorviante.
Ho pensato di darvene un assaggio e vi assicuro che quanto riportato è autentico: parola di Giullare, anche se vi può sembrare incredibile: ma forse in passato di queste esperienze ne avete fatte anche voi!

N.B. Quando viene utilizzata la lettera G, questo significa Giullare, ed è quanto ho inserito nel PC (i puntini significano che le parole si trovavano inserite in un contesto).
PC, a scanso d’equivoci: il Personal Computer, soprattutto per coloro che vivono già nell’era del “Romedanium” (se non sapete che cosa potrebbe essere, magari ve lo spiegherò un’altra volta!), si riferisce ai suggerimenti linguistici predefiniti dal programma inserito nell’elaboratore.
Ci si astiene dal fare nomi, per evitare la lievitazione della cifra d’affari dell’industria responsabile di questo programma, che potrebbe trasformarsi in un gioco eleusino, quello della “Trascendenza del mistero linguistico”, con un successo inaspettato, non fosse che per la sua novità ed originalità quasi assoluta!
Vi sottopongo dunque tutto quanto senza un ordine particolare, semplicemente così come i suggerimenti mi sono stati offerti durante i miei svariati tentativi di scrittura:

G   …porci tutte le domande necessarie…
PC    porche tutte le domande necessarie

G   …esitazioni, dubbi…
PC    esitazioni dubbie

G   …Plutone (pianeta del nostro sistema solare)
PC    plotone, pelatone, palatone, solutone

G   …rido…
PC    rigo, rimo

G   …sono bravini…
PC    sono bramini, sono bovini

G   …Comano (località ticinese in cui abitavo)
PC    com’ano, covano, comando, romano

G   …Svania (nome femminile)
PC    svaniva, smania, spania

G   …cammin (“Nel mezzo del cammin…”,vedi Dante)
PC    cammina, cammini, camminò

G   …Bach (il celeberrimo compositore)
PC    baca, bachi, baci, baco

G  …J.S. Bach (lo stesso compositore, ma con le iniziali dei suoi nomi: Johann Sebastian)
PC   E.S.D.A.C. ,  A.S.E.A.N. ,  E.S.L.A.B. ,  A.N.I.A.I. ,  C.C.I.A.A. (?!?! qui devono essersi 
         inseriti la C.I.A. , l’F.B.I. o magari un qualche bel Virus…)

G   …essicati (per essiccati, perché mi ero sbagliato nello scrivere questo verbo)
PC    lessicali, mesticati, messicani (che gli abitanti di questa nazione speciale perdonino anche post hoc il PC!)

G   …viveva (verbo)
PC    Viveca (nome femminile nordico, per esempio dell’attrice Viveca Lindfors; d’altronde
          sospetto il PC di aver avuto un debole per lei, come d’altronde l’ho avuto anch’io!)

G      Viveca (guardate e udite, perché il PC dev’essere stato molto, ma molto ambivalente…!)
PC    viveva, bieca, cieca, nivea (!?), vinca

G   …cainiti (i discendenti di Caino, vedi il Vecchio Testamento)
PC    criniti, scarniti, finiti, riniti

G   …maglietto (piccolo martello di legno)
PC    maglietta, magliette, taglietto, biglietto, paglietta

G   …son (verbo essere: “forma poetica”)
PC    so, sol, sor, sona, soni

G   …esto (= questo: pure “forma poetica”)
PC    est, mesto, pesto, resto, sesto

G   …eccone
PC    eccome, leccone, icone, clone

G   …testista (specialista che applica i test professionalmente, anche quelli giullareschi)
PC    centista, esista, astista, cestista (mancava soltanto il mio “dentista”!)

G   …”Ars gratia artis” (detto latino per definire l’arte cinematografica dove emergono i buffoni)
PC     grata, gratta gratis

G   …”Ars gratia artis” (vedi sopra, ma aggiungi ai buffoni anche i superbuffoni!)
PC      arti, parti, sarti

G   …non crediate… (2a persona del plurale: congiuntivo presente del verbo credere)
PC    radiate, credit, credits, credited, crepitate

G   …2a pers. (del plurale ben inteso, vedi sopra)
PC     persa, perse, pero, però, perì

G   …Pegaso (mitico cavallo alato)
PC    petaso, sgaso, peso, penso, perso

G   …Samuel Barber (compositore statunitense)
PC     barbero, barbe, barbera, barberi, birbe

Sarà preferibile che mi fermi a questo punto, altrimenti rischio lo sciopero del mio PC attuale che, ferito nel suo orgoglio per le rivelazioni concernenti il suo antenato, strumento che ha fatto semplicemente il proprio dovere, potrebbe non più rispondere ai comandi delle diverse barre e io non potrei continuare a scrivere queste buffosissime scenette (scusate: questi esilaranti sketch…)

P.S. Il nome della marca non posso rivelarla, ormai conoscete le regole del gioco…,
d’altra parte, non vorrei essere la causa di una rissa nello Special-Antiquarian-Shop, perché quel PC andrebbe senz’altro a ruba (o magari lo ruberebbero, non fosse che per esporlo in un “Museo dell’Informatica”!).

*          *          *

So long I am around…


15.  “NEL MEZZO DELL’ISTORIA DI NOSTRA VITA…”

Nel mezzo dell’istoria di nostra vita…
ci ritrovammo in un’era oscura
che la diritta via era ben smarrita.

Ah quant’a dir qual era è cosa dura…
esto periodo dall’abitudini contorte
che nel pensier rinnova la paura!

Tant’è amaro che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’ivi trovammo,
direm dell’altre cose che v’abbiam scorte.

Ben sappiam ridir com’ivi entrammo,
perché svegli eravam in su quel punto
che la verace via abbandonammo.

Del Frutto mangiar si volle anche la Polpa
senz’esser per nulla disposti
ad assumere l’inderogabil Colpa

Che però s’attribuì a tanti e tanti altri
ma non a noi né a’ nostri governanti
perché tutti siam più o meno scaltri,

Ché rugumar senza brucar possiam
ma non sempre l’unghie fesse abbiam
perché le leggi son decisamente lesse,

Ragion per cui chi pon mano ad esse?
perché l’anima nostra, affatto semplicetta,
volentier torna all’avidità che la trastulla

Mossa dal potente e maligno fattore
che di quest’habitus per nulla spogliar si puote
né il dì né in tutte l’altre dissacrate ore

In cu’imperturbabil giran l’infernali ruote…!

*          *          *

So long. I am around…



16.  LA  PUBBLICITÀ  ALLA  TV

Il Giullare si è divertito a raccogliere un mazzo di spot pubblicitari televisivi, inseriti tra le sequenze di un’eccellente pellicola cinematografica, lasciando a voi il commento definitivo a proposito di quest’operazione “economico-culturale”..
I diversi tipi di pubblicità saranno elencati nell’ordine effettivamente trasmesso (parola di Giullare), a cominciare da:

1.   un’impresa produttrice di colori (sponsor del film trasmesso, che c’entrava perché, contraria-
mente a quanto poteva sembrare, la pellicola non era in bianco e nero, bensì a colori!);

2.   le previsioni meteorologiche del giorno seguente (sì, perché nel film faceva brutto tempo!)

3.   dei pupazzi (infatti, gli attori più che a degli uomini assomigliavano a dei pupazzi!)

4.   un’altra trasmissione della TV (perché ci si aspettava la prossima un po’ migliore!)

5.   delle scarpe femminili (che proponevano delle punte di un modello un po’ più sostenibile!)

6.   dei tortiglioni (per coloro che non avevano ancora cenato!)

7.   un’automobile (in particolare per coloro ai quali l’avevano appena rubata nel parcheggio davanti
a casa)

8.   dei cellulari (certamente, perché viviamo in un’epoca con una tale carestia di telefonini che
potrebbe esplodere una pandemia d’astinenza di rete mobile!)

9.   dei biscotti (come mezzo economico, piacevole e insospettabile per godersi il film più o meno a
breve termine e suicidarsi a lungo termine con l’amido acrilico)

10. un’altra automobile (per sostituire la seconda quando ci verrà pure rubata o perlomeno spogliata
delle sue parti essenziali; mentre assaporiamo la pellicola in programma!)

11. un tè deteinato (per poter continuare ad assistere alla trasmissione senza troppa agitazione, a
causa del suo elevato livello artistico e dei suoi contenuti a dir poco trascendentali!)

12. un rinomato caffè decaffeinato (per assorbire finalmente qualcosa di apparentemente salubre e
piacevole invece delle birre e dei superalcolici che continuano ad offrire nelle case e nei bar dei
filmati!)

13. un formaggio (questa volta genuino e con tanti  buchi belli grandi, invece di quello piatto e fuso
offerto con i sandwich nei bar sopraccitati, buchi nei quali si può mettere perfino il pane nel
formaggio e non il formaggio nel pane!)

14. una terza marca di automobile (la migliore, quella destinata all’amante!)

15. una banca (quella prevista per l’evasione fiscale, eventualmente per il riciclaggio di…!);

16. una quarta marca d’automobile (per sostituire quella dell’amante, qualora  per inesperienza,
dovuta alla giovane età, dovesse infortunare la prima che le è stata regalata!)

17. una famosa marca di pantaloni (per far bella figura con l’amante)

18. delle lame da rasoio (l’amante ha la pelle delicata, un po’ da adolescente, ragion per cui è indi-
cata una rasatura ineccepibile!)

19. un’altra trasmissione televisiva (per risvegliare la speranza che forse ci saranno ancora delle
trasmissioni valide su un qualche remoto e fors’anche ultraterrestre canale televisivo!)

20. un’acqua minerale (per purificasi dall’inquinamento psicosomatico precedente).

Dopo di che, il Giullare aveva già dimenticato il film che stava guardando e, quando questo riprese senza transizione dopo la pubblicità dell’acqua minerale, si aspettava un documentario sull’Anno dell’Acqua, in particolare sulle sorgenti e la qualità delle acque montane, utilizzate per produrre le acque minerali sublimi, trasparenti, immacolate e…accuratamente sterilizzate!
Comunque il Giullare riuscì a trarre (dulcis in fundo) la morale della… trasmissione, a sapere che:

c’è una straordinaria coesione funzionale e costruttiva tra i diversi spot pubblicitari e le pellicole cinematografiche proiettate, perché sono supersponsorizzate!
(vedete che c’è una rima interna per testimoniare della veridicità dell’assunto)

*          *          *

So long, I am around…

À suivre…


17.  ALBERT SMAN, IL COMMERCIANTE DEL TEMPO

C’era una volta un uomo che non aveva mai tempo.
Quando si alzava il mattino non aveva tempo per far colazione, non aveva tempo per abbracciare sua moglie e scambiare qualche pensiero con lei e non aveva tempo per ascoltare i suoi bimbi che lo sollecitavano con i loro perché e percome.
Nella metropolitana non aveva tempo per guardarsi in giro e chiacchierare con i suoi vicini, perché doveva nascondersi dietro le pagine del giornale per aggiornarsi con le ultime notizie, soprattutto quelle della borsa e dei cambi. Quando giungeva in ufficio non aveva tempo per salutare i suoi colleghi, perché già lo chiamavano al telefono e lo sommergevano di lavoro.
Non ha molto senso continuare l’elenco dei dettagli quotidiani, poiché non è difficile immaginarseli, poiché persone simili ce ne sono, ovviamente non tra i lettori di questo testo, perché non avrebbero il tempo per leggerlo, dato che durante il tempo libero, i giorni festivi e le vacanze ci sarebbero tante, ma tante altre cose da fare!

Fatto sta, che un brutto (o gran bel giorno) gli “saltarono le valvole” e cominciò a rifiutare che la vita continuasse giorno per giorno in quel preciso, identico modo.
Quindi, il mattino oltre che far colazione ed intrattenersi con la moglie, cominciò pure a rispondere con calma e precisione alle domande dei bambini e, in conclusione, abbracciava tutti quanti a lungo prima di partire. Non comperava più il giornale e nella metropolitana si guardava d’intorno, scambiando scherzosamente qualche battuta con i vicini di percorso.
Giunto in ufficio s’intratteneva con le segretarie ed i colleghi e quando lo chiamavano al telefono, faceva aspettare gli interlocutori, o lasciava detto che li avrebbe richiamati.

Tutto questo però non piaceva al responsabile della ditta, anche perché si ripetevano i ritardi mattutini e talvolta anche quelli pomeridiani, al punto che qualcuno ebbe quasi l’impressione che il nostro uomo volesse provocare il licenziamento.
Giacché il direttore era un individuo alquanto insofferente, uno di quelli che non aveva tempo da perdere e soprattutto non voleva che i suoi dipendenti ne perdessero, licenziò il nostro protagonista, che da un giorno all’altro si trovò disoccupato (“fired”, come dicono elegantemente gli anglosassoni, ma trattandosi di un termine per così dire intraducibile, potrebbe corrispondere di fatto al nostro “silurato”!)

Albert cercò a lungo un posto in cui si potesse disporre di più tempo, ma invano.
Tutti i datori di lavoro erano categorici: il tempo era il bene più prezioso di cui disponevano, quindi non andava sprecato in abbracci, tempo dedicato a rispondere ai bambini, scambi di battute, a benevolenze nei confronti del prossimo, riflessioni e critiche anche se sagaci sul funzionamento della ditta e così di seguito.
Bisognava concentrarsi esclusivamente sul lavoro da svolgere immediatamente, senza spazio per ingenui idealisti perditempo, punto e basta!

In questa situazione il nostro uomo, per l’anagrafe Albert Sman di Staldorf, ebbe un’idea ingegnosa: pensò di mettersi in proprio e fondare una ditta alquanto unica nel suo genere.
La sua impresa avrebbe avuto lo scopo di commerciare il tempo, ben inteso non quello meteorologico, che ad ogni modo per lui era troppo instabile per poter essere commercializzato, bensì quello che era di proprietà privata del dio Crono, sapete quello che aveva le sue ville e le sue piscine sulle larghe falde del Monte…, di  quel Monte…come si chiamava esattamente?…un nome che assomiglia a … Conquelnaso…no, ecco, scusate, mi torna in mente…Parnaso e a scanso d’equivoci dovrebbe trovarsi sempre ancora in Grecia:
lo esprimo con giustificati dubbi, perché di questi tempi anche con le frontiere non si sa mai!)

Potrebbe forse essere utile spiegare come mai Albert Sman giunse a questa luminosa idea.
Durante una notte travagliata dall’accavallarsi d’indomabili e indomiti pensieri, giunse tra l’altro alla seguente conclusione dicendosi:
“Albert, si vendono un’infinità di cose inutili: alimenti e bibite che probabilmente fanno più male che bene, certi abbigliamenti e profumi di cui si potrebbe benissimo fare a meno, fumizie in abbondanza; scusate il termine anche se suona un po’ come immondizie, ma di cui si sa ormai quanto “sostengano la salute biologica”! Scarpe antipedonali, macchine così veloci da chiedersi “perché mai tanta velocità, dato che non è né consentita, né praticabile, né auspicabile sulle nostre strade”, e non per ultimo ci sono sette astruse (e ce ne sono ben più di sette), filosofie ingannevoli, pseudoreligioni e maghi (che il mago Merlino farebbe meglio a trasformare in qualcosa d’altro…), che illudono e non di rado aizzano perfino gli esseri umani gli uni contro gli altri, in un continuo via vai tra “Noi siamo gli autentici rappresentanti della Verità, trasmessaci da una Divinità Supertrascendentale” e “Gli altri devono ancora conoscerla e seguirla”, o se preferite, per dirla in gergo: “Noi abbiamo ragione e tutti gli altri hanno torto!”

Per dirla in breve: la notte era lunga e la lista delle pensate di Sman ancor più estesa: ma non vi si vuole tediare con l’enumerazione completa, poiché avrete capito il suo ragionamento (forse ben prima che lo svolgesse).
Decise quindi la vendita di un prodotto con il quale direttamente, fino a quel momento, non si aveva ancora mercanteggiato: il tempo sì, avete capito benissimo, anche se quest’idea originale non vi è mai venuta, d’altronde è così che i geni virtuali diventano reali.
Non l’avesse mai pensato e soprattutto messo in atto!
A dire il vero, la trovata gli venne in mente ricordandosi della favola dei “Vestiti dell’Imperatore”, di cui aveva però dimenticato il finale, quando il bambino aveva fatto notare che “l’Imperatore era nudo!”
Non dovrei, ma desidero ardentemente anticiparvi la folgorante carriera di Albert Sman, che per così dire (ma anche nella realtà), dal “nulla” ebbe un successo strepitoso, vendendo il tempo in una misura senza precedenti nella storia umana.
Dapprima cominciò con dei pezzettini quasi impercettibili, che con il passare degli spazi divennero sempre più estesi.
Infatti, la sua trovata e specialità fu quella di riuscire ad estrarre il tempo dallo spazio.
Non ci credete? State a sentire, ma acqua in bocca e che resti più o meno tra noi, dico “più o meno” perché ormai un po’ vi conosco e sono alquanto sicuro che non saprete mantenere questo segreto; anche se forse ci riuscite in altri casi, soprattutto in quelli in cui si tratta di non rivelare certi nomi a vostra moglie, o a vostro marito! Ma procediamo per ordine…

Dapprima inventò delle scatole perfettamente ermetiche a chiusura lampo fulminea, così fulminea che si potrebbe definirla quasi fantascientifica e va sottolineato il quasi, perché la Fanta, qui proprio non c’entra!A che cosa gli servivano? Per catturare lo spazio e spedirlo a chi lo ordinava, allo scopo di trasformarlo in tempo, secondo una formula precisata esaurientemente sul foglietto illustrativo.
Per questa ragione il foglio delle avvertenze era la voce più elevata nella fatturazione ed aveva per così dire un carattere di segretezza. Infatti, nel contratto di compra-vendita figurava una clausola inalienabile che proibiva categoricamente la comunicazione a terzi della formula di trasformazione, pena la detenzione fino all’ergastolo anche se, come al solito i più furbi, sarebbero riusciti durante il loro soggiorno, perfino nel penitenziario di massima sicurezza, a ritrasformare il tempo in spazio, vale a dire in libertà, anche se provvisoria o vigilata, che assomiglia poi molto a quella non vigilata e definitiva!)

Sman dovette fondare in primis una fabbrica di scatole, dove se ne producevano di tutte le dimensioni e in materiale ultraleggero: avrete già capito il perché e percome, ossia per ridurre i costi di spedizione, o meglio ancora, per fatturare alti costi di spedizione e guadagnare anche su questi, poiché in verità i pacchi erano ultraleggeri, dei veri pesi piuma, ma la corrispondente voce delle spedizioni nella fatturazione risultava ultrapesante, come dei veri macigni!

In seguito fece stampare delle etichette con la dicitura “…x… (ossia x)cm3  = …y…(ossia y)h .
In altre parole gli riuscì un’altra “quadratura del cerchio”: la trasformazione dello spazio in tempo!
Ben inteso, la gente gli concesse una fiducia quasi illimitata, perché c’era un’enorme bisogno di tempo nel mondo e non se ne trovava mai abbastanza!
Potete immaginarvi come la sua ditta fu presa d’assalto e sommersa da ordinazioni internazionali.
Si dovettero addirittura noleggiare prima, e acquisire poi, aerei e navi per far fronte a un’interminabile domanda di tempo.

Entrarono perfino in azione le guardie nazionali, gli eserciti con i loro mezzi rapidi ed efficienti per contenere la marea di questo commercio in espansione prevalentemente orizzontale, al punto che alcuni specialisti spazio-temporali di fama internazionale, fecero allusione al fenomeno della Torre di Babele, coniando infine il termine “babelismo”, anche se per natura, questo era più che altro un fenomeno di tipo verticale!

Ma i guai non si fecero attendere e aspettavano all’angolo: anzi, ai pochi angoli che ancora rimanevano, poiché anch’essi diminuivano a vista d’occhio, per il fatto che gli spazi diminuivano, progressivamente, divorati dalle scatole in lega superleggera di Albert Sman e lo spazio globale sulla terra raggrinziva progressivamente, tanto da rasentare la catastrofe terrestre.

È allora che emerse, come spesso succede nelle situazioni critiche ed estreme, un altro uomo altrettanto ingegnoso, a connotazioni messianiche, di nome Max Macom, che ebbe la favolosa idea di ritrasformare il tempo in spazio, in modo che si crearono due grandi blocchi nel commercio internazionale, con il vantaggio di ristabilire un certo equilibrio tra tempo e spazio, nonostante il libero commercio!

Così la Time-Sman Corporation e la Space-Macom Inc. divennero le due multinazionali più importanti del globo e dovettero reclutare un tal numero di collaboratori in quasi tutte le nazioni, al punto che i disoc-cupati scomparvero dalla terra, dai mari e dai cieli, a tal punto che la disoccupazione divenne soltanto un triste ricordo, un gran brutto sogno da superincubo!
– …?
– Perché, volevate anche la morale della storia? Suvvia, adesso non esageriamo!
Ma se proprio ci tenete, recatevi prossimamente ad uno degli sportelli delle suddette multinazionali e state a vedere: osservate attentamente, perché molto probabilmente capirete immediatamente…
e le ultime rime sono una testimonianza premonitrice per la vostra comprensione!

*          *          *

So long, I am around…


18.  ESSERE GIULLARE DIVENTA QUASI UNA FORMA DI CELIBATO

Ogni qual volta uno dei nostri Giullari-Buffoni esprime il desiderio di sposarsi, gli si ride in faccia.
Quando infine, per una qualche impenetrabile operazione del destino, si riesce a concludere un matrimonio, le risate avvengono sia durante che dopo!
In ogni modo va pur detto, anche se sembra banale: le fidanzate non ci possono prendere sul serio e le facciamo ridere anche quando diventano in via eccezionale nostre mogli. Dobbiamo sembrar loro ridicoli a tal punto, che perfino i piccoli o grandi drammi familiari si concludono con delle risate impressionanti!
Insomma, la nostra sorte sembra segnata e, volenti o nolenti, si conclude nel celibato.

Dopo un’accurata analisi, ci sembra di aver individuato alcune ragioni possibili:
se non sono le mogli ad abbandonarci, siamo noi a lasciarle, perché vi renderete conto che se nel bel mezzo dell’orgasmo (ammesso che ci si arrivi!), ti ridono in faccia, con delle risate indescrivibili, crediamo di dover pur sempre avere un pochino di dignità (anche se in fin dei conti questo non ci aiuta molto!): in fondo siamo un po’ uomini e non soltanto dei Buffoni e oltre che far ridere le nostre mogli vogliamo anche fare in modo che possano godere e non soltanto del riso!

Ma è difficile con quelle risate che bloccano tutto…e per concludere abbiamo l’impressione non soltanto di sembrare, bensì di essere veramente ridicoli.
E buona notte al secchio…no, no, non al secchio…all’orgasmo…al nostro e al loro.
(D’altronde non si è ancora capito bene perché si dice sempre “buona notte al secchio”, invece di dire “buona notte all’orgasmo”: ah, forse perché qualche eroe del sesso aveva bisogno del secchio, ma…, quasi certamente rimarrà un mistero!).
In definitiva: secchio o non secchio, così le cose non possono andare avanti ancora per tanto tempo, e lo sapete perché?
Ben inteso a causa del calo demografico, perché alla fine della storia non ci saranno più Giullarini-Buffoncini con o senza Re e non ci saranno più le belle risate di coloro che sanno ridere per dei nonnulla, anche quando non si fa ridere e così dopo di noi…ci sarà la desertificazione del riso e in più, forse molti moriranno…non dal ridere ma anche di fame: che tristezza!

Abbiamo sempre affermato che è preferibile il riso anche quando non c’è nulla da ridere!
Se però non ci ascoltate, sul destino dell’umanità peseranno minacciose nubi di perdizione, soprattutto su quelle parti del mondo che vivono soprattutto di riso. Forse dovrebbero dare più sfogo al pianto per risolvere i loro problemi etnico-alimentari e socio-demografici, perché essendo ovviamente liquide, anche le lacrime potrebbero essere utili alla produzione del riso, soprattutto con i problemi di carenza idrica che si stanno generalizzando.
Le lacrime qualificherebbero il riso, rendendolo “bio”, fatto che permetterebbe l’aumento del suo prezzo e di conseguenza l’arricchimento ancora più sensibile degli intermediari e non dei poveri coltivatori che dovranno continuare a lavorare a suon di sudore delle loro lacrime per una misera porzione di riso!

Ma forse, se siete abbastanza giovani, assisterete al giorno

“in cui riserà bene chi riserà per ultimo”!

*          *          *

So long, I am around..

  À suivre…


19.  IL GIULLARE TESTISTA
non voltate pagina, pensando che si tratti di un test più o meno simile a quelli precedenti:
guai, a differenza dei test anteriori di tipo individuale, questo ha decisamente carattere universale!

Se lo desiderate, potete oltre che leggerlo, anche sottoporvi a questo nuovo test, al cosiddetto “Test Universale”, in altre parole al “Buffotest”.
Si tratta di un test poliedrico, ottagonale, costituito da 8 sfaccettature, o livelli, oppure da 8 campi energetici con tanto di aura, chakra, dello stile “New Age”.

Prima di proporvelo, vorrei descrivere in breve le difficoltà che ho riscontrato nell’inserire la sua forma ottagonale nel PC.
Ho dovuto sorridergli molto affabilmente, raccontargli una barzelletta (per la quale non ha riso!), cantargli una canzoncina (io che sono stonato!), e applicare sulla tastiera una specie di acopressura molto, ma molto delicata (una subcategoria dello Shiatsu, per intenderci).
Speravo che bastasse, ma niente da fare, sono dovuto ricorrere a uno specialista statunitense.

Fu una delusione: non conosceva il test ottagonale poiché, a quanto pare, non esiste neppure negli Stati Uniti, ciò che è tutto dire!
Nonostante ciò non abbandonai né l’area né la speranza, pensando che forse uno specialista del Pentagono sarebbe riuscito nell’ardua impresa, essendo mentalmente più vicino all’ottagono.
Infatti, l’intuizione era corretta e l’operazione riuscì dopo pochi tentativi.
Del costo dell’operazione non parliamo neppure: ah, quegli specialisti (poi con le spese militari che hanno, devono pur compensarle in qualche modo!)
Alla fin fine però il PC ha accettato il nuovo programma del Test Poliedrico Ottagonale, inserendolo senza ulteriori opposizioni addirittura nel suo Hardware, che era ovviamente più duro da convincere!

Tutti questi preamboli mi permettono di sottoporvi ora il test, che d’altra parte è stato sperimentato a lungo nel Politecnico Continentale di Ciantlusmansk e composto dai seguenti 8 angoli fondamentali (aree, campi, fattori, punti di vista, come preferite), per ognuno dei quali c’è un’unica domanda con un’unica risposta possibile e il punteggio di 1 oppure 0 (altrimenti si rischia di confondere il PC!)

I campi in cui è situata virtualmente ogni domanda sono i seguenti:

1. biologico,
2. psicologico,
3. sociale,
4. morale,
5. politico,
6. filosofico,
7. religioso
8. umoristico (buffonesco, giullaresco, come meglio vi pare).

Ora siete in possesso dei dati essenziali e potete cominciare a sottoporvi al test, unico nel suo genere!
Come, supponete (allora sareste dei supponenti) che abbia omesso qualcosa d’importante?
Affatto, le domande dovete porvele voi, così come dovete cercare le risposte e attribuir loro il punteggio voluto (o meglio: dovuto!)
Ciò che vi è concesso in questo genere di supertest, è soltanto di sapere in che area dovete muovervi (vale a dire in quelle sopraccitate), ma sta a voi cercare le domande che si trovano ancora allo stato latente, e scoprire le altrettanto virtuali risposte comprensibilmente prereali, poiché non esistono ancora!

Ve lo avevo detto che era un test assolutamente speciale, e l’unica cosa che forse ho dimenticato di dirvi è che si tratta di un test per superdotati…e suppongo che i miei lettori lo siano (altrimenti non mi potreste leggere e d’altra parte che test universale sarebbe?)
Devo farvi soltanto un’ultima osservazione molto importante, addirittura decisiva:
se il punteggio massimo di 7 per i primi 7 temi è raggiunto, ma ottenete  O per l’8vo enigma (quello giullaresco per intenderci), il vostro test è miseramente fallito, viene annullato e il risultato totale non è 7, bensì O!
Cosa credevate, che fosse un test facile come tutti gli altri, un giochetto insomma?
Invece no e perciò: buon lavoro…

N.B. Forse varrebbe la pena di spiegare perché questo dovrebbe essere considerato un test universale, un “Ipertest”.
Secondo il gergo picinese, un tale aggeggio comprende aspetti ipertestuali (sono testuali parole raccolte durante il corso d’informatica!) che, come ho capito, rappresentano l’aldilà dell’esistenza, quindi l’essenza ultraterrena (in parole povere quella degli Universi Paralleli), di conseguenza deve pure contenere gli aspetti ipotestuali, vale a dire quelli esistenziali, ben terreni (dove vige il detto: “errare è umano, perseverare…è più che umano!)

In conclusione: l’universalità viene raggiunta grazie alla complementarità dei due aspetti (per evitare malintesi quello iper- e quello ipotestuale), realizzati contemporaneamente e corrispondenti più o meno (forse meno che più) alla “quadratura del cerchio”, che in termini informatici, quindi moderni e aggiornati, dovrebbe essere definita “l’Iperipotestualitâ”, sperando che possiate perdonare ed accettare questo apparente bisticcio di parole, ma che rappresenta pur sempre un incomparabile ed irripetibile neologismo piciano!

*          *          *

So long, I am around…

À suivre…


21.  I MIEI FIGLI, I TUOI FIGLI E I NOSTRI FIGLI…

Questa volta devo proprio deludervi, sia perché sarò molto breve, ma pure perché suppongo che non crederete, anche se è molto credibile, che il seguente sketch sia veridico.
Tuttavia, parola di Giullare, lo è, almeno così mi è stato riferito da fonte attendibile: d’alto loco ben s’intende!
Quindi, se volete, leggete e poiché c’è una rima, questo dovrebbe stimolarvi a farlo:

“C’era una volta un celebre artista, discepolo di un artista ancor più famoso che, avendo contratto sei o sette volte il sacro vincolo del matrimonio, fu sommerso da una dilettevole schiera di marmocchi.
A un certo punto della sua brillante carriera professionale e matrimoniale, sposò una cantante, anche se la cronistoria non ci dice se celeberrima o meno.
Mi s’informa però che era reduce pure lei da diversi matrimoni più o meno riusciti, seguiti da una coorte di adorabili bimbetti e quest’ultimo lieto evento sarà stato d’indubbio successo!

Un pomeriggio, in cui il nostro esimio Maestro si destreggiava nella pratica della sua straordinaria arte, accorse la suddetta x-esima moglie in stato di grande agitazione e stravolta dalle emozioni riuscì a malapena a sillabare, anche se è accertato che non balbettasse:
– Vie-ni, vie-ni preees-to…i miei fi…, i miei fi-gli… e i tuoiii figli, soo-no, son coin-volti in un… in un terri…terri-bile liti-gio-gio, con i nostri…, sì proprio coosì, con i nostri caa-ri fiii-gli!
A dir poco, sembrava quasi che cantasse un’aria di una stupenda opera buffa del settecento…ed è perciò che vi ho raccontato questo aneddoto, perché comprensibilmente sono molto sensibile a questa specie di opere!

Spero che capirete: da un lato, per ragioni pubblicitarie non posso rivelarvi di che artista moderno e di che opera buffa del passato si trattasse, dall’altro lato questo fatto mi ricorda l’atteggiamento di un mio parente che toglieva sistematicamente le etichette di marca dalle sue giacche e dai suoi cappotti…
Quando incuriosito, gli chiesi come mai lo facesse, mi rispose in modo molto asciutto, ma proprio senza un goccio di salsa, neppure quella di pomodori, che solitamente si mette un po’ dappertutto, anche se non ho ben capito il perché, ma questo non è importante, mentre lo è la sua risposta:
                                           – Perché non mi pagano per far loro della pubblicità!

 Così disse: parola di Giullare!
                                                                *        *        *

                                                                                                                                     So long, I am around…

À suivre…


22.  CI SONO DUE CATEGORIE DI GIULLARI

Come già accennato, ci sono due categorie di giullari:
coloro che fanno ridere e quelli che non fanno ridere, talvolta anche piangere, semplicemente piangere, mentre i primi ogni tanto fanno perfino piangere dal ridere…vedete la differenza?
Per capirci:
della prima categoria fa per esempio parte Giof Torino, tant’è che appena lo si vede o lo si sente nominare la gente dice:
– Quello sì che fa ridere!

Mentre nella seconda categoria troviamo per esempio Jan  Firenze (come non sapete chi sia? ma è il cugino di Giof Torino!), di lui, non appena lo si vede o lo si sente nominare si dice, come per il sottoscritto:
– Quello? (per evitare malintesi o conseguenze giuridiche, sto ben inteso parlando di Jan Firenze, non di Moody Fallen che non c’entra), no esclamano: “Quello proprio non fa ridere!”

Di conseguenza, essendo il fattaccio cosa chiara, lampante, prestabilita, tradizionalmente accertata, per non smentirsi, ossia per non ridere, il pubblico fa dei grandi sforzi d’autocontrollo, contraendo volutamente i muscoli facciali, tra l’altro e in particolare il massetere, l’orbicolare e il zigomatico.
Tutto ciò per non lasciarsi sfuggire il benché minimo sorriso. Ormai, nella nostra cerchia è risaputo che talvolta gli sforzi fatti dal pubblico sono veramente eccezionali.

Complimenti, ci riuscite proprio bene, anche se coviamo il dubbio che vi alleniate regolarmente nei “Faceness-Center”, dove troverete ora dei corsi speciali per rinforzare soprattutto i sopraccitati muscoli: per coloro che sono seriamente interessati, troverete le corrispondenti informazioni negli opuscoli pubblicitari o nelle “Green Pages” telefoniche con il significativo sottotitolo di “Face-Building-Club”…

Pare che il riso sia molto salutare, innanzi tutto quello integrale (anche se ci sono i soliti “Bastian Contrari” che per abitudine genetica si oppongono a simili affermazioni), efficace per il suo contenuto in vitamine del complesso B. Questo significa che contenere il riso permette all’organismo d’immagazzinare un certo ammontare di vitamina di questo tipo, favorevole tra l’altro per la crescita dei capelli. Vi rendete conto com’è piccolo il mondo?
Il nostro clan riesce a non farvi ridere e conseguentemente ad evitarvi…la calvizie, ben inteso grazie alle vitamine del complesso B, ma senza che sia necessario trangugiare per colazione le pappe di cereali integrali stabilizzati!

Tutto ciò è stato chiarito e scientificamente comprovato nei laboratori del Neofrumentarian-Institute di Transkansasbay nel Ministrotta, 000.123.321. USOF no, il telefono non lo conosco, ma il 1001 ve lo potrà comunicare con una soprattassa: ma attenzione perché potrebbe non essere modesta e sperando che non vi facciano causa per il vostro straordinario accento anglosassone, perché ormai bisogna chiedere queste informazioni in inglese, possibilmente quello americano,…con i tempi che corrono non si sa mai…

Da tutto ciò si può desumere che il futuro sorride ai giullari del nostro tipo, secondo quanto è possibile scoprire su antichissime pergamene apocrife, vale a dire:
“ride bene chi non ride affatto!”

certo, perché si tratta di un riso tutto interiorizzato, inudibile e anche invisibile per i profani (mi chiederete forse: “cosa c’entra l’invisibile? Ma suvvia, solitamente si vede bene quando qualcuno ride, no?).
Quindi era probabilmente giustificata la mia previsione che sarei potuto diventare il Supergiullare del Burarca Massimo (in particolare se avesse sofferto di calvizie incipiente!)

*          *          *

So long, I am around…

À suivre…


23.  IL GIULLARE E LA DONNA DEI SUOI SOGNI

Qualche tempo fa mi trovavo in compagnia di una donna che mi piaceva molto e mi sembrava, dico bene mi “sembrava” di essere contraccambiato.
Presi il mio coraggio (non il suo s’intende, mica sono un ladro, cosa credevate?), con otto mani che mi feci prestare dal magnanimo e misericordioso Bodhisattva Avalokiteshvara che ne ha tante, talvolta tantissime: ma rassicuratevi, poi gliele restituirò e se vuole anche con gli interessi, ossia con una qualche mano in più!

Dunque, sostenuto nel mio ardore con tutte quelle mani, con la mia solita aria seria le dissi:
– Sai, mi piaci molto, anzi tantissimo e provo per te dei profondi, anzi profondissimi sentimenti d’affetto e di rispetto, anzi di moltissimo affetto e rispetto e avrei una gran voglia, per l’esattezza una grandissima voglia di prenderti tra le braccia, anzi tra tante braccia e amarti, amarti tantissimo!

Dapprima temetti che scoppiasse a ridere come succede eccezionalmente quando dico qualcosa di molto serio, anche se non lo esprimo bene, non come il Galateo, bensì come richiederebbe il Romanticismo con i suoi esuberanti trasporti.
Visto che non scoppiò a ridere, pensai che si mettesse a piangere, così come quando dico senza volere qualcosa di carino a una donna, anche se in verità non so ben bene che cosa dire ad una donna che possa sembrarle carino: con i tempi che corrono, se non si è aggiornati, o meglio ristrutturati, e io certamente non lo sono, non dev’essere tanto facile!

Ma non successe nulla di tutto ciò, perché si tuffò semplicemente in acqua…
Avevo scordato di dirvi che ci trovavamo sui bordi di una piscina che era in ogni modo di struttura olimpionica e che doveva essere riscaldata, quindi non sospettai che poteva essere un tentativo di suicidio per annegamento, perché se fosse stata gelida o soltanto fredda…
Dopo aver nuotato per qualche tempo sopra e sottacqua, forse si era scaricata nel frattempo, uscì dalla piscina come se nulla fosse, rifugiandosi immediatamente sotto la doccia. Infine si risedette accanto a me e candidamente chiese:
– Stavi dicendo?
Non volevo credere alle mie orecchie e sì che ho delle orecchie credenti, perché credono ai suoni che percepiscono belli o brutti che siano, ragion per cui le chiesi con disinvoltura:
– Perché, stavo dicendo qualcosa?
– Mi era parso, rispose tranquillamente.
– Ah, sì? feci ingenuamente concludendo, non ricordo…!

Devo confessarvi che non è mia abitudine procedere in modo così contorto, ma in una tale situazione non sapevo più “che pesci pigliare”, soprattutto perché in piscina non ce n’erano (carina vero?).
Volete conoscere la fine della storia? Lei si rituffò e non la rividi mai più!
Spero soltanto che qualcuno meglio di me sia riuscito con lei nella respirazione “bocca a bocca”.
Avrei preferito praticarla io, ma molto probabilmente dovrò seguire un altro corso di Samaritani (dovrebbe essere il quarto), per elevare il mio livello qualitativo di applicazione respiratoria…

Se volete conoscerla, c’è perfino una morale della storia con il corrispondente commento (ma che domanda, certo che lo volete !):

“Talvolta ci si rivolge a degli indirizzi sbagliati ed è indispensabile saperli individuare.
Se si è ancora in tempo, è fondamentale utilizzare il cancellino,
strumento da usare diligentemente nel proprio calepino!”
(To’, fa perfino rima, probabilmente non per caso, ma per confermarne la validità…)

*          *          *

So long, I am around…

À suivre…


24.  L’AMICO  CHUANG-TZU
 o CHUANG-TZE per gli amici, tse tse per i nemici, e qui il Cremlino con
la sua Mosca, per questa volta non c’entra proprio per niente!)

Ho un carissimo amico che è…cinese.
Certo, anche tra i cinesi si possono avere degli ottimi amici ed è inutile che cerchiate di denunciarmi alla polizia transpolitica, tanto lo sanno già che ho da parecchio tempo questo amico, ossia da più di 60 anni (quindi ancor prima della “Grande Rivoluzione Culturale Cinese”).

E non ci può far niente nessuno, perché il fattaccio è successo prima del grande Mao, o del piccolo…Chèque (così almeno lo chiamavano qui da noi, dove la dinastia dei Chèques è alquanto conosciuta e molto ben voluta).
Chuang era parente di Lao Tan, consanguineo spirituale intendo…come, non lo sapevate che anche lo spirito ha bisogno di sangue per essere mobilitato, non ho detto nobilitato, d’accordo? ora lo sapete!

N.B. Ma forse non sapevate chi erano Lao Tan (detto anche Lao-Tze) e Chuang-Tze:
erano due dei tre padri del Taoismo, eh sì, si possono avere anche 3 padri, soprattutto se la madre non sa più bene…(ma lasciamo perdere!)
Comunque sia, se non sapete che cosa sia il Taoismo potete chiedere allo zio Google e alla zia Wikipedia, loro ve lo spiegheranno più che volentieri per filo e per segno.
A meno che non conosciate già un qualche monastero, o fondazione, o club, o associazione (in Ticino ce ne sono quasi più che abitanti e la Svizzera probabilmente è già in testa nei Guinness in questo campo!).

Con la “libera circolazione” potrebbero già essere arrivati anche qui e non sono stato informato perché loro preferiscono i “Saggi” ai “Giullari”!
A proposito e detto tra noi sottovoce, per non provocare un’ennesima iniziativa: temo che tra non molto la Svizzera diventerà un Cantone o dell’Asia o dell’Africa (dipenderà un po’ dall’evoluzione demografica delle corrispondenti etnie, perché sembrano essere molto più fertili dei nostri indigeni!)

Si stava dunque parlando del mio grande amico Chuang-Tze e vi dirò dapprima che non è stato un mio allievo, come per esempio Giof e Jan (no, Moody no, lui proprio non c’entra!). Non posso neppure dire maestro, perché prima di me, ossia del Grande Giullare, di maestri non ce n’erano, perché esistevano soltanto dilettanti.
Lui invece non era né maestro, anche se lo chiamavano con la finale in -Tze!, né discepolo, né dilettante, perché non voleva essere tutto ciò ed inoltre non gli si addiceva: insomma era semplicemente un amico un po’ strano, ma proprio un amico che raccontava o di cui si raccontavano strane storie.

Storie che non hanno fatto ridere o piangere, bensì sorridere e che provocavano quei sorrisi alla Mona Lisa, intimi, profondi, che uno rischia di portarsi dentro per tutta una vita e magari oltre, creando così degli scheletri sorridenti: bello vero, vi piace l’idea degli scheletri sorridenti? Senza sorriso sono piuttosto sgradevoli, non vi sembra?
Come, non avete mai visto degli scheletri sorridenti?
Allora affrettatevi, visitate un Museo di Scienze Naturali, fronteggiate uno scheletro e raccontategli uno degli aneddoti del mio amico, poi aspettate un momentino, perché gli scheletri hanno i riflessi un po’ tardi e vedrete che cosa succede.

Non sapete quale storiella raccontare? Potreste tentare con quella che vi propongo, se poi non funziona, probabilmente dovrete scaldare gli scheletri con un altro racconto e così via, almeno fino a che abbiano raggiunto una certa temperatura, anche se subcorporea s’intende, ma a più di 4 o 5 gradi Celsius: Farenheit no, non va bene, evitatelo a tutti i costi, poiché pone delle esigenze troppo elevate agli scheletri, a causa delle notevoli capacità matematiche richieste per la trasformazione in Celsius, facoltà che, con il passar del tempo, gli scheletri hanno un po’ perso: allora assisterete al miracolo del loro sorriso monalisiaco.

Volevate un aneddoto per il sorriso? Sapevate che in ebraico il sorriso porta la simpatica denominazione di “figlia del riso”? Ora lo sapete e vi potrà forse servire in tempo di carestia.
Ma ecco infine alcuni aneddoti a proposito di Chuang e qualche sua storiella no, non c’è bisogno di sedervi se per caso vi trovate già in piedi, non fosse che per uscire da questo libro, poiché i racconti non sono travolgenti e come accennato, se vi accontentate, fanno soltanto sorridere, però di quel sorriso beato, interiorizzato e nirvanico, dei piccoli poppanti che hanno gradito il loro bar con il latte al lattosio, ma senza soia!. Dunque, ecco qualcosa per gli scheletri:

1          “Un Principe invitò Chuang a diventare suo ministro, ma questi rispose al messaggero:
– Il bue destinato al sacrificio è rivestito da paramenti ricamati e riceve pastoni speciali.
Ma un giorno è condotto al grande tempio per il sacrificio e allora preferirebbe essere il bue più insignificante nell’ultimo dei pascoli di questo regno.
Così succede ai ministri dei Principi: dapprima onori a profusione, ma disgrazia e morte poi.”

2          “Quando il pesce è pescato, si dimentica la nassa. Quando la lepre è catturata, la trappola diventa priva d’interesse. Quando l’idea è trasmessa, poco importano le parole che sono servite a trasmetterla.
Quanto vorrei avere a che fare soltanto con individui per i quali le idee sarebbero tutto e le parole niente.”

3          “Un addestratore di scimmie disse ai suoi animali:
– Ho deciso che d’ora in poi avrete tre porzioni di castagne il mattino e quattro il pomeriggio.
Ma le scimmie scontente si arrabbiarono.
– Ho capito, se le cose stanno così vi darò quattro porzioni il mattino e tre il pomeriggio.
E le scimmie furono soddisfatte.

4          “Durante il periodo primordiale in cui la vita sulla terra era ancora integra, nessuno badava alle persone meritevoli, né si dava importanza a quelle esperte.
I Principi erano come i rami più elevati di un albero ed il popolo come i cervi liberi nel bosco.
Erano onesti e virtuosi, ma non si rendevano conto che stavano semplicemente facendo il loro dovere.
Si amavano, ignorando che si trattasse di amore per il prossimo.
Non cercavano di ingannare gli altri, pur non sapendo di essere individui degni di fiducia.
Erano affidabili e vivevano in libertà, dando e ricevendo beni e favori, pur ignorando di essere generosi.
Queste sono le ragioni per cui nessuno ha esaltato le loro gesta e la storia li ha ignorati!”

5          “I galli cantano e i cani abbaiano, questo tutti lo sanno.
Ma pure i più saggi non ti sanno dire come mai si è formata questa diversità di voci, o spiegare perché i galli cantano e i cani abbaiano, soprattutto quando lo fanno in momenti che sfuggono anche alla nostra più sottile comprensione.”

6          “Quando l’amico Chuang era in punto di morte, i suoi seguaci fecero dei magnifici progetti per il suo funerale, ma Chuang-Tze disse loro:
– Il cielo e la terra saranno la mia bara, il sole e la luna, i pianeti e le costellazioni brilleranno come gioielli attorno a me e tutte le creature parteciperanno alla mia cerimonia funebre.
Che altro potrei desiderare? Ho già tutto!
Ma i discepoli vollero insistere:
– Temiamo che gli uccelli da preda e i rapaci divoreranno il corpo del nostro Maestro!
– Ma, fece notare Chuang, sopra la terra mi mangeranno i volatili e i rapaci, sotto la terra i vermi, le formiche ed altri insetti: comunque sarò divorato.
Perché essere così parziali da favorire gli uni a scapito degli altri?”

7 …no, questa non ve la posso raccontare, perché è un po’ forte e probabilmente farebbe sogghi-
gnare gli scheletri, con quel ghigno che hanno già abitualmente sarebbe poco estetico e si perdereb-
be il godimento dovuto al sorriso nirvanico-monalisiaco!
D’altronde è il solo aneddoto che conosco di questo genere…lo so che vorreste sentirlo, ma veramente…però rassicuratevi, il sesso non c’entra, non è una storiella porno e neppure oscena…anche se devo ripeterlo: è soltanto un problema estetico…
Non ci siamo capiti? Suvvia, per una volta non è grave!
Comunque sia, quello sì che era un amico.

Quando per esempio ti cadeva il morale, magari fin giù in fondo in fondo, ovvero in fondo alle scarpe, fino alla punta delle scarpe , voglio dire che bisognava addirittura toglierle per estrarre il morale e tirarlo su, lui niente: come se nulla fosse, con quel bel sorriso tutto interiorizzato ti dava un colpetto sulle spalle, certamente doveva essere un trucchetto del Kung Fu Wu Shu del tipo Dim Mak, Dim Hsueh, o addirittura del Tai Chi Chuan, ma poco importa, perché il morale per contraccolpo rimbalzava e si ricollocava al posto giusto, riscaldandoti il cuore.
Un amico così è difficile trovarlo, ma se lo cercate, avete un po’ di fortuna e pensate a ciò che disse Dante a Virgilio in altre circostanze:

“…degli altri filosofi gran lume,
     vagliami la lettura e l’amor
     che m’ha fatto cercar lo tuo volume”,

allora e allora soltanto, forse lo potrete incontrare un pomeriggio di primavera o durante una mattinata d’estate, assorto e come
al solito umile e discreto, appoggiato a un mobile di una qualche libreria o nell’angolo appartato di un’introversa e silenziosa biblioteca.
In tal caso, salutatelo molto, ma molto cordialmente, ditegli che non l’ho dimenticato e che da parte mia l’amicizia rimarrà sempre
sincera ed indelebile!

*          *          *

So long…have a good journey…bon voyage…gute Fahrt…buon viaggio!
(per favore, non fatemelo dire in trentasette lingue diverse…)

Fine del Giullare senza Re:
ormai è partito senza lasciare un nuovo recapito…
Chi lo sa se ha trovato la corte di un Re,
oppure rimarrà per sempre un Giullare senza Re?


About the Author

Beni Sascha Horowitz
Nato e cresciuto a Lugano (Svizzera, per chi non lo sapesse c'è anche una Lugano in Italia), ho studiato a Ginevra musica, psicologia e psicologia del lavoro (efficiency), pedagogia e pedagogia curativa. Ho praticato a Basilea e Lugano psicologia clinica e psicoterapia di tipo psicodinamico (avendo seguito un "Training psicoterapeutico) , ma indipendentemente da "Scuole", all'interno di Servizi Medico-Psicologici. Ho partecipato ai Corsi per Adulti in tanto quanto animatore di alcuni corsi tra il quali il Tai Chi Chuan, Rileggiamo Dante, I Miti del passato e l'uomo moderno, Il Diario personale creativo, Alla ricerca della propria identità, Psicologia e vita quotidiana, ecc. Sono rimasto sensibilmente influenzato dal Taoismo cinese e dallo Zen giapponese, senza pertanto diventare un "fedele seguace". Ho iniziato i tentativi di scrittura dopo il pensionamento. Ora sto cercando di proporre poco a poco alcuni miei scritti... Per eventuali chiarificazioni, sono raggiungibile tramite l'indirizzo e-mail: [email protected]

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